lunedì 31 agosto 2015

Venticinquesima tappa: Da Pont du Gard a Pontedera



Un misto di malinconia e soddisfazione ci accompagna lungo quest’ultima tappa per lo più autostradale. Mentre la Costa Azzurra scorre alla nostra destra con i suoi eccessi di cemento e piccoli borghi, nelle nostre teste scorrono le immagini del film di questo viaggio. Come in ogni finale possiamo trarre delle conclusioni; la malinconia è facile da comprendere perché, malgrado tutto, quello che abbiamo provato e visto in questi quaranta e più giorni ci rimarrà ben impresso nella mente. E’ forse la soddisfazione il sentimento che vince su ogni altro per aver creduto sempre di poter tornare a casa con al nostra moto senza farci mancare ogni giorno luoghi bellissimi ed emozioni contrastanti. Africa borbotta e siamo sicuri che non ci abbandonerà proprio in questi chilometri finali e così prima il rientro in Italia, poi nella nostra regione, e infine su quell’ultima superstrada che da domani torneremo a percorrere per andare al mare, sembra annusare la via di casa. 



E così con una foto e un bell’abbraccio ci ritroviamo esattamente dove siamo partiti 45 giorni fa sicuri che prima o poi ripartiremo. Forse con un’altra moto, forse verso un’altra direzione, ma con lo stesso identico spirito di questo viaggio: non arrenderci mai!

In questo racconto abbiamo cercato di eliminare cifre superflue concentrandoci sulle emozioni. Sia ben chiaro i nostri scopi nel viaggiare sono la scoperta, il divertimento e anche il conoscerci reciprocamente e  capire il mondo in cui viviamo. Non è il rinunciare a qualche comodità che può cambiare il senso del nostro viaggiare. Non è stata un’impresa epica e nemmeno ci interessa, ma il nostro ostinarci ad andare avanti ci ha fatto capire quanto teniamo entrambi a realizzare ciò che abbiamo progettato nelle lunghe serate invernali.
Grazie a tutti coloro che avranno avuto la pazienza e la voglia di leggere quello che abbiamo scritto; magari saremo complici indiretti dei vostri viaggio, così come tante volte è accaduto a noi leggendo diari o report di altri moto viaggiatori.
Ora che tutto si sedimenta la testa vola già ad altri luoghi ed a d altre strade che non aspettano altro di essere percorse.

Francesco Serena e Africa

Ventiquattresima tappa: Da Cap Leucate a Pont du Gard



Malgrado il nostro “viaggio da ragionieri” sia stato stravolto almeno in parte dagli eventi accaduti, decidiamo che la degna conclusione sia quella di visitare il Pont du Gard, ultima meta che ci eravamo prefissati prima del rientro. Annullata la prenotazione dell’albergo,troviamo un campeggio in ottima posizione, pulito e con tutti i servizi a noi necessari, in cui passeremo quest’ultimo giorno di viaggio. Montata la tenda e scaricati i bagagli, ci dirigiamo verso il supermercato per acquistare dell’ottimo pesce (salmone, vongole di Cap Leucate e orate pescate) e  due bottiglie di rosato eccellente: una per la sera stessa, l’altra da portare a casa.
Avevamo letto in campeggio che potevamo accedere al sito di Pont du Gard gratuitamente entrandovi dal sentiero GR6, ma, essendo l’ingresso ufficiale a poche centinaia di metri dall’uscita del campeggio, ci facciamo fregare ben 7 euro a testa da un rigido impiegato che esclude categoricamente la possibilità di visitare il ponte senza pagare.
Secondo il nostro modesto parere il biglietto di ingresso è davvero troppo elevato per un ponte che hanno costruito i nostri antenati romani e che ora i francesi ci fanno pagare per farci il bagno il bagno sotto!
  Il ponte infatti rappresenta la parte più alta dell’acquedotto romano che permetteva di portare acqua potabile alla città di Nimes. La struttura su tre livelli è imponente, circondata da un parco naturale con due belle spiagge fluviali da cui è possibile tuffarsi nel fiume Gard. 



Malgrado l’innegabile bellezza del monumento, il senso di tristezza da fine viaggio pare vincere sullo stupore. Inoltre il luogo è davvero troppo affollato e i le migliaia di turisti vocianti guastano quell’atmosfera rilassata  di cui tante volte abbiamo goduto durante il nostro viaggio.
Scappiamo quindi un po’ storditi e per rigenerarci decidiamo di fare una corsetta prima di iniziare a preparare la cena che ci gustiamo sotto un cielo carico di pioggia che puntualmente  arriva giusto in tempo per farci bere il caffè.

Ventitreesima tappa: Da Collioure al castello di Peyrepertuse e Cap Leucate



Oggi vogliamo visitare almeno uno dei castelli catari presenti nei Pirenei Orientali.  Decidiamo di visitare lo Chateau de Peyrepertuse, passando per quello di Queribus. Torniamo a Perpygnan e da lì la D117 ci accompagna fino ai vigneti di Maury; lì una deviazione bel segnalata ci conduce su una strada secondaria all’incrocio con il castello di Quesribus e successivamente a quello di Peyrepertuse. Se anche non avete voglia di visitare i due castelli, vi consigliamo di percorrere queste strade bellissime, motociclisticamente parlando. Il castello è arroccato a circa 900 mt di quota su uno sperone di grotta granitica; le rovine sono state ben conservate, ma ciò che più ci è piaciuto e ci ha impressionato è stata la posizione inespugnabile e la vista che permettono di tenere sotto controllo entrambe le valli che portano al castello.





Volendo passare un altro pomeriggio al mare decidiamo di fermarci a Cap Leucate, piccola cittadina tra una laguna in cui sono presenti allevamenti di cozze, vongole e chiocciole di mare molto conosciuti, e un mare dal colore blu intenso.
Il tempo di montare la tenda e siamo in spiaggia per passare qualche ora di relax totale.

Ventiduesima tappa: LA costa vermiglia



Collioure è un piccolo paese di 1200abitantiche abbiamo scelto per passare gli ultimi giorni di viaggio finalmente in riva al mare. Il minuscolo appartamento dove alloggiamo non ha la lavatrice, ma per fortuna troviamo una lavanderia automatica dove possiamo finalmente fare il bucato della maggio parte dei vestiti che abbiamo. La giornata non è delle migliori, ma ad allietarla ci pensa la Festa di San Vincenzo che per nostra fortuna si svolge proprio durante i giorni del nostro soggiorno ( 14 – 17 Agosto). Si tratta di uno santi più venerati dal popolo catalano e questa festa richiama migliaia di persone da tutto il circondario. In paese gruppi suonano musica live in ogni angolo, mentre ci si diverte a ballare la “Sardane”, ballo popolare catalano in cui uomini e donne formano cerchi concentrici che si allargano occupando intere piazze e creando così uno scenario davvero suggestivo.






Il paese occupa una baia con tre spiagge che si affacciano su un mare cristallino e i colori pastello delle case ci ricordano alcuni borghi liguri. Il simbolo è la chiesa con il campanile a cipolla di colore rosso affacciata direttamente sul mare. Lungo le sue strette vie decine di studi di artisti di vario genere; in questa città che ha ospitato e ispirato tra gli altri Matisse.



Dopo un pomeriggio passato al mare trascorriamo la serata ascoltando gruppi locali e ballando mescolati tra la gente del posto.
La mattina seguente percorriamo la D86 (route des cretes) che collega Collioure con Banyuls sur mer salendo dal mare fino ai 600 metri dell’antica torre di Guardia di Madeloc. La strada non permette una guida veloce, ma è esaltante per i vigneti che attraversa e per i panorami sul mare che ci regala. Essendo domenica mattina ci fanno compagnia centinaia di ciclisti, due dei quali ci aiutano anche a fare alcune fotografie. 




La N260 è invece una statale costiera con asfalto perfetto che ci accompagna fino alla cittadina di Cerbere e al confine spagnolo che oltrepassiamo non resistendo alla tentazione di fare un ultimo bagno nella prima cittadina della costa brava chiama Port Bou.
In realtà ne approfittiamo anche per spedire alcune cartoline affrancate in Spagna e dimenticate in una guida.  Già che ci siamo entriamo nell’ufficio turistico e prendiamo informazioni sulla Costa Brava e sui Pirenei spagnoli pensando già ai possibili prossimi viaggi.
La sera la festa di San Vincenzo tocca il suo culmine con un incredibile spettacolo di fuochi di artificio e la cittadina è piena all’inverosimile, tanto da aver difficoltà a parcheggiare la moto.

Ventunesima tappa: Escursione al Pic CArlit e arrivo a Collure



La mattina dopo, malgrado il freddo pungente, decidiamo di dedicare la giornata all’escursione al lago di Bouillouses e al Pic Carlit (2921 mt). Africa però deve avere accusato il freddo pungente della notte e dopo un pronto avviamento si pianta dopo pochi chilometri. TRAGEDIA!!! Francesco: << Fine del giochino…. Sicuro che è la centralina>>. Invece basta premere un paio di volte il pulsante START per risentire il suo motore borbottare, anceh se il volmetro indica una batteria abbastanza stanca. Al lago arriviamo grazie ad una navetta che percorre la strada chiusa al traffico. Il clima e il cielo non hanno però niente a che vedere con le nostre precedenti escursioni, ma dato che probabilmente saremo qui una volta nella vita, non lasciamo scoraggiare e iniziamo a camminare verso la vetta. Il sentiero costeggia dodici laghi, ognuno bellissimo e diverso dagli altri. Salendo di quota però la temperatura si abbassa, la nebbia si fa fitta e quando ai 2700 mt inizia anche a piovere, decidiamo di darla vinta al meteo. Nulla di male, il più delle volte si sale in vetta per ammirare il panorama dall’alto; in questo caso avremmo visto la stessa nebbia che vedevamo dal basso.





Torniamo alla moto, ma anche stavolta dopo nemmeno un chilometro il “viaggio delle cose difficili” colpisce ancora: Africa si spegne di botto… Stavolta la batteria non riesce a far girare il motorino. Francesco smonta la carena, mentre Serena chiede aiuto all’ennesima persona disponibile che ci offre i cavi e la batteria del suo furgoncino: Africa riparte!
Il tempo di caricare i bagagli e la N116 ci accompagna a Perpignan, salutando in via definitiva i Pirenei. Proseguendo sulla D914 arriviamo infine a Collure che ci ospiterà nel nostra soggiorno in Costa Vermiglia.